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Come eliminare i Pensieri Negativi in Ayurveda

(La pratica del Pratipaksha Bhavana)
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Come eliminare i Pensieri Negativi in Ayurveda

pensieropositivo

Nella visione Vedica ed  Ayurvedica, come ho sottolineato più volte nel mio libro La Psicologia in Ayurveda, il controllo della mente è una delle tre fasi in cui l’Ayurveda, in particolar modo nella sua branca Sattvavajaya (Psicologia),  concettualizza l’importanza di controllare la propria mente dall’andare verso oggetti malsani al fine di mantenerla orientata ad un atteggiamento positivo e propositivo. L’importanza di questa pratica risiede nel fatto che una delle principali cause della nascita  dello squilibrio a livello mentale risiede proprio nel cattivo uso della mente (Prajnaparadha ).

Sia in  Ayurveda che nello Yoga esiste un metodo utile per promuovere il pensiero positivo conosciuto come Pratipaksha Bhavana. Il significato letterale di questo termine è “spostarsi dall’altro lato del palazzo” e sottolinea la capacità intrinseca della mente di trasferire completamente la propria attenzione e consapevolezza da un oggetto negativo ad uno positivo.

Uno stato mentale sano implica che la propria mente sia libera dalla tristezza, dalla depressione, dalle preoccupazioni, dalle tensioni e soprattutto dai sentimenti negativi come la rabbia, l’odio, l’avidità e l’orgoglio. Da qui, l’importanza di eliminare questi impulsi negativi per sostituirli con quelli più costruttivi.

La pratica del Pratipaksha Bhavana,  consta di 3 fasi:

  1. Diluizione.  Questa fase consiste nello sviluppare la capacità di discernimento dei pensieri aumentando la predisposizione a riconoscere quelli nocivi. Quando la persona si trova a sperimentare un pensiero negativo, può imporre un controllo su quest’ultimo non alimentandolo. Questo avviene, non tanto con la forza, ma  ritirando l’attenzione da esso, non partecipandovi. In tal modo il pensiero negativo non può radicarsi nella mente.
  2. Sostituzione. Questa fase è molto delicata, al fine di attuarla è necessario prima aver riconosciuto  la qualità negativa del pensiero, e conseguentemente attuare uno sforzo per far emergere, con determinazione,  un pensiero opposto per interrompere quei processi ruminativi che la negatività oggettuale porta con sé.  Ad esempio, se siete perplessi o preoccupati di qualcosa, provate a superare questa sensazione riflettendo sulle capacità delle grandi personalità che non si preoccupano mai, questa capacità esiste anche in te. Prova a visualizzare il volto beato di un illuminato o di una qualsiasi figura spirituale che ti possa aiutare. Prova ad emulare questo volto che visualizzi a livello mentale modificando la tua espressione. Rilassa il viso e gli occhi e permetti ad una sensazione gioiosa di nascere dentro di te. Se sei arrabbiato prova a immaginare nella tua mente uno stato di tolleranza in cui la tua rabbia è convertita in compassione.
  3. Sublimazione. In psicoanalisi la sublimazione è un meccanismo che sposta una pulsione sessuale, o aggressiva, verso una meta non sessuale o non aggressiva. Qui c’è grande stupore, con il praticare coscientemente questo spostamento ci si rende conto di avere reale potere di controllo sulla propria mente, e il cambiamento dello stato d’animo sarà testimone della sua funzionalità. Mentre pratichi Pratipaksha Bhavana, i pensieri negativi potranno  tornare ancora e ancora, ma gradualmente si dissolveranno perdendo forza.

Questo processo aiuta ad avere controllo sui propri pensieri in modo da poter ottenere un risultato diverso da quello che crea sofferenza.  Per meglio comprendere questo concetto si pensi alla celebre frase di Albert Einstein: “Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi” .

In Yoga Sutra 2.33-34, Patanjali consiglia “Vitarka badhane pratipaksha bhavanam”: quando i pensieri problematici  ti affliggono, coltiva   pensieri opposti.

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Luca D'Alessandro